Intima, suggestiva ma "vietata": ad Altamura alla scoperta della Grotta Torre di Lesco
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giovedì 1 ottobre 2020
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di Eva Signorile
L'ingresso della grotta si affaccia lungo la statale 96 "sul lato sinistro della carreggiata, provenendo da Altamura", secondo quanto scritto sulla scheda del catasto delle grotte di Puglia, dove è censita con il numero 33. La sua storia è saldamente intrecciata a questa importante via di collegamento. Fu infatti scoperta ufficialmente nel 1951, quando il neonato Cars (Centro altamurano ricerche speleologiche) condusse una campagna esplorativa alla ricerca di una cavità “leggendaria” rinvenuta 15 anni prima dagli operati impegnati nella costruzione della strada.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Un video girato nel 2015 mostra come accedere a questa piccola meraviglia. Ci si cala da uno stretto tombino largo giusto il necessario per far passare una persona.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Una volta dentro ci si ritrova in un ambiente grande all’incirca 200 metri quadri, anche se a rendere attraente la grotta non sono le sue dimensioni, ma le formazioni calcitiche che, in uno spazio assai ristretto, hanno creato un paesaggio fiabesco.
Già dopo essersi appena calati si intravedono le prime stalattiti che pendono dalla sommità, alcune delle quali hanno una calda sfumatura dorata per la presenza di ossidi ferrosi e manganese. Dal basso si innalzano invece le stalagmiti, che spesso si vanno a congiungere con le stalattiti dopo un "inseguimento" durato millenni, creando così le cosiddette "colonne". Qui ce ne sono diverse: alcune lunghe e sottili, altre con diametri davvero imponenti, segno del lungo lavorio operato nel corso di milioni di anni dall'acqua e dal calcio, i veri architetti di questi capolavori.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Il ventre della Terra d’altronde qui ha scatenato tutto il suo folle estro: dalle pareti ad esempio scendono "colate" calcitiche nei toni di un caldo dorato che a tratti prendono le sembianze di morbidi drappeggi. In alcuni casi però il color oro lascia lo spazio al bianco candido. «Questo biancore – sottolinea il 46enne Antonio Denora, speleologo del Cars – ricorda quello presente all'interno della famosa Grotta bianca di Castellana».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Qua e là compaiono invece curiose formazioni "a cespuglio". «Sono stalattiti "eccentriche" - ci spiega la nostra guida -: si tratta di concrezioni che, nel crearsi, non seguono la forza di gravità e per questo assumono geometrie bizzarre».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Tutt’intorno regna nel frattempo l'oscurità, "abitata" però da numerose creature, tra i quali gli "pseudoscorpioni", particolari ragnetti tipici delle zone umide e fresche. Perché Torre di Lesco è un ambiente vivo e in perenne trasformazione, ma estremamente fragile. Una stalattite si allunga di circa 2 millimetri ogni dieci anni: la distruzione anche solo di un frammento equivarrebbe a perdere un importante pezzo di patrimonio geologico.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Per questo, vista anche la scarsa possibilità di movimento al suo interno, si è deciso di vietarla al pubblico. Anche se noi siamo in attesa di un permesso che ci darà la possibilità di scendere nelle viscere della terra, per raccontarvi le meraviglie di questa intima e silenziosa grotta.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
Nel video del Cars, girato nel 2015, la perlustrazione della Grotta Torre di Lesco:
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